Diana Del Bufalo (cantante e attrice) Fabriano (Ancona) 12.9.2016
Intervista di Gianfranco Gramola
Una ragazza semplice e talmente simpatica da
farci una standing ovation. Come pregio ha la capacità di ascoltare. Un suo
sogno? Fare un musical. “Con le colleghe più che rivale cerco di avere
complicità, perché io sono un’anima gentile, socievole e non conosco
l’invidia”
Diana Del Bufalo è nata
a Roma l’8 febbraio del 1990. Figlia
di Dario, docente universitario e architetto, e di Ornella Pratesi, cantante
lirica, Diana Del Bufalo si diploma al liceo linguistico. Il 2 ottobre 2010
entra come aspirante nel talent show Amici
di Maria de Filippi e un mese dopo, grazie ai giudizi positivi da parte
della commissione, riesce ad entrare a far parte della scuola. Subito dopo Amici,
Diana ha esordito nello show comico della Gialappa's Band: Mai
Dire Amici. Nell'estate 2011 ha recitato nel film di Massimo Boldi “Matrimonio
a Parigi”.
L'anno dopo debutta su Radio Luiss come conduttrice radiofonica del programma Hit
Chart. Successivamente ha realizzato delle candid camera per il programma
Pianeta Mare. In autunno ha condotto Aspettando Amici, su La5, ed ha lavorato per il nuovo canale-web Witty
TV. Nell'estate 2013 è stata un'inviata della prima edizione del Summer Festival, kermesse canora di Canale 5. Quando inizia a
pubblicare sul web delle sue canzoni ironiche e divertenti, la sua popolarità
inizia ad estendersi, diventando uno dei personaggi del web italiani più
conosciuti. Successivamente ha partecipato alla prima edizione di “XLove” e
ha poi condotto “Colorado”
al fianco di Paolo Ruffini. A dicembre 2015 inizia le riprese di una nuova
miniserie di Rai 1, C'era una volta
Studio Uno, regia di Riccardo Donna, con Alessandra Mastronardi e Giusy
Buscemi. Fa parte dell’associazione www.shint.it (SHINT
ONLUS – Viale Stefano Gradi 177 – 00143 ROMA), una associazione nata
per passione e amore nei confronti degli animali e della vita. (SHINT significa
SHopping INTelligente). E' fidanzata con il conduttore e attore Paolo Ruffini.
Carriera
Televisione
Amici di Maria De Filippi
(2010-2011)
- Mai Dire Amici (2011) - Pianeta
mare (2012) - Aspettando Amici
(2012) - Music Summer Festival -
Tezenis Live (2013) Inviata
-XLove (2015) - Colorado
(2015)
Fiction
C’era
una volta Studio Uno, regia di Riccardo Donna (Rai 1: 2016) - Che
Dio ci aiuti, regia di Francesco Vicario (Rai 1: 2016)
Ha detto
-
Mamma, che mi hai insegnato la musica, l'onestà e la bontà verso gli altri!
Mamma, che ancora cucini il cibo più fantastico del mondo! Mamma, che ti sei
sempre sacrificata per la famiglia e malgrado soffrissi, non smettevi di
sorridere! Grazie! Grazie per tutto quello che fai... Ti amo.
- Adoro il mondo dello
spettacolo, perché sono un po’ egocentrica e lo sono fin da piccola e ho
sempre voluto far vedere alle persone ciò che so fare.
- Non sono una ragazza
superficiale, tengo molto alla mia famiglia e ai valori che mi hanno trasmesso i
miei genitori. Ho avuto una buonissima educazione da mia mamma.
- Mia papà è
archeologo ed è fissato con la mitologia. Per questo ha chiamato me Diana, come
la dea della caccia e mio fratello Giano, come il dio bifronte.
-
Perché ho sempre la sensazione di appartenere a un'altra epoca?
-
Vivo, perdono e vado avanti.
Intervista
Diana Del Bufalo è a Fabriano. Sta
recitando per una fiction per la RAI. Diana, com’è nata la passione per il
canto? So che hai una cantante in famiglia, la mamma.
Si. La mamma è una cantante lirica, un
soprano. Stranamente lei ha iniziato tardi con la lirica, perché di solito
iniziano tra i 15 - 18 anni. Invece lei aveva già mio fratello quando ha
iniziato. La mia passione per il canto penso sia merito di mia madre, perché ci
cantava le favole tipo “La bella addormentata nel bosco” e tutte quelle dei
cartoni animati della Disney. Poi quand’ero piccola l’accompagnavo spesso
alle rappresentazioni teatrali che faceva e quindi è scoppiata la passione per
la musica in generale. Poi purtroppo la lirica non era per me, ma mi sono
appassionata al pop.
Hai mai pensato ad un nome d’arte?
Un giorno mi è venuta in mente una cosa, che
aveva a che fare con un animale. Chiamandomi
Del Bufalo e adorando i bufali, che sono degli animali bellissimi, uno dei pochi
che si aiutano a
vicenda nel loro branco, mentre tutti gli altri scappano, ho pensato di tenere il
mio cognome.
Il mondo dello spettacolo era come te lo
immaginavi o ti ha deluso?
No! Anzi, è molto meglio di come me lo
immaginavo. Io ho sentito parlare del mondo dello spettacolo come di un mondo un
po’ corrotto e pieno di scandali e cose così. Io ho imparato che non è
assolutamente vero, anzi è esattamente il contrario e
impari quanto sia molto più corrotto il mondo del lavoro in generale,
come nel mondo medico per fare un
esempio. Con la salute non si scherza. Il mondo dello spettacolo è molto più
tranquillo di quello che mi aspettavo, è l’ambiente giusto per me, è il mio
lavoro e lo amo anche per questo.
Fra colleghe c’è più rivalità o
complicità?
Per quanto mi riguarda direi complicità,
perché io sono un’anima gentile, socievole e non conosco l’invidia e non ho
nessun tipo di rivalità. Sono una persona molto contenta della mia vita. Non
solo gelosa o in competizione con chi è in ballottaggio con me per la
conduzione di un programma.
La tua più grande soddisfazione
artistica, qual è stata?
Il periodo di “Amici”, nel 2010 credo sia
stata la cosa più interessante, più bella e divertente. Come anche “Mai dire
amici” con la Gialappa’s Band. Lì mi sono accorta che in realtà non ero più
una concorrente di “Amici”, che stavo concorrendo con altre persone. Quando
sono arrivata a Mediaset la prima volta mi hanno detto: “Diana, benvenuta” e
questo “benvenuta” mi ha scossa, mi ha fatto venire i brividi perché in
effetti ero entrata nel mondo del lavoro veramente, ossia ero una professionista
che guadagnava facendo quello che amava fare.
La popolarità crea più vantaggi o
svantaggi?
Dipende tutto da come la vivi, se sei un tipo
socievole, la vivi bene e sei contento, ovviamente nei limiti. Io ho visto
persone più famose di me che hanno dei fan che si prendono troppa confidenza e
queste confidenze sono talmente palesi che possono
dare fastidio, ma possono dare fastidio a chiunque, anche alla persona
socievole. Quindi credo che arrivati ad un limite si riesca ad essere felici con
gli altri e ad essere sempre molto carini e disponibili. Però noto che poi si
arriva ad un momento dove il fan non
ha tatto o è più ignorante e ti mette le mani addosso, perché pensa di avere
delle autorità su di te e invece
non è così. Quello è lo scalino che ci fa un po’ arrabbiare.
Quali sono le tue ambizioni?
Questo per me è un momento molto florido. In
realtà ho una ambizione, un sogno …. vorrei tanto fare un musical ed è una
cosa che dentro di me so di non poter realizzare, ma non perché non so cantare
o ballare, è che è una cosa talmente completa, talmente grande che non so se
sarei in grado di farla. Però mi piacerebbe lo stesso e se potessi provare, mi
impegnerei veramente tanto.
A proposito di popolarità, hai mai avuto
problemi di stalking?
No! Fortunatamente, no. So che è una cosa
orrende. Mia madre ha avuto questo tipo di problema e l’unica cosa da fare è
la denuncia ai carabinieri, altrimenti si vive nel terrore.
Prossimi impegni artistici?
Ora escono due fiction per la Rai. La prima
è una mini serie e si chiama “C’era una volta Studio Uno” che racconta la
storia di Studio Uno, la storica trasmissione degli anni ’70, con Mina. Un
prodotto fatto bene e di qualità. Ora sto girando “Che Dio ci aiuti 4”
sempre per la Rai, una fiction diretta da Francesco Vicario. Io sono una nuovo
protagonista che è entrata quest’anno a far parte del cast. Ho tante altre
cose in ballo, ma niente di definitivo.
Cinema, televisione, canto. In quali di
questi ambienti ti senti più a tuo agio?
Mi fanno tutti questa domanda e non so mai
come rispondere. In realtà io nasco come cantante. Sai Gianfranco, la vita è
strana, perché a volte prende diverse direzioni. Io mi ero prefissata una
carriera con il canto, ho studiato anche strumenti come il pianoforte e la
chitarra. Però credo che a questo punto mi piacerebbe molto di più buttarmi
sulla recitazione.
Il tuo rapporto con la Fede?
Io non ho fede religiosa, ma ho fede. La fede
cos’è? E’ credere in qualcosa più grande di te, che non si è mai
manifestato. Quello è molto potente in me e ci credo tanto e credo anche in una
vita dopo la morte. Io sono cristiana perché i miei genitori mi hanno fatto
fare la comunione, ma io in realtà non sono niente. Mi piace molto il buddismo
come concetto. Diciamo che sono della religione di Diana, con i suoi valori, cioè
l’onestà e il comportarsi bene con il prossimo.
Un tuo pregio e un tuo difetto?
Un pregio volevo dire paziente, ma a volte
non lo sono. Socievole, sono socievole, ecco il pregio, anche se io ho un
dualismo tremendo. Io sono una misantropa, perché a volte mi chiudo in casa e
non voglio vedere nessuno. Il mio fidanzato mi ha detto che il mio miglior
pregio è quello della capacità di ascoltare, che è una cosa che non tutti
hanno. Un difetto? Uno solo? Ti posso dire che a volte sono acida, poco
paziente, mi arrabbio facilmente quando qualcuno non ha la mia stessa opinione.
Continuo?
Basta così. Diana, hai un oggetto che non
puoi farne a meno?
Ho sempre il cellulare in mano e se lo
perdessi non so cosa farei. Vorrei disintossicarmi ma non ci riesco. E’ un mio
vizio. Io non fumo, non bevo, sono vegetariana e vivo una vita parecchio sana.
Purtroppo il cellulare è l’unico vizio che mi concedo usandolo sia per lavoro
che per i social.
Hai un rito scaramantico prima di entrare
in scena?
So che ce l’hanno un po’ tutti, ma io non
ce l’ho. L’unica cosa che faccio, prima di entrare in scena è ripassarmi la
parte o quello che devo cantare.
Quando non lavori quali sono i tuoi hobby?
Io vivo in campagna e mi piace molto andare
in bicicletta su e giù per le colline intorno a casa e poi faccio yoga. Poi mi
piace cantare e ballare da sola, davanti allo specchio. Non sono proprio degli
hobby, ma mi fanno stare bene.
Fai collezione di qualche oggetto?
Boccette vuote di profumo che ho usato. Le
uso e poi le metto da parte. Non è proprio una collezione, ma mi piace tenerle.
Chi e che cosa porteresti con te su
un’isola deserta?
Il cellulare (risata) e il fidanzato
ovviamente.
Cosa ne pensi della battaglia contro il
fumo? E’ giusta, sbagliata o che ognuno faccia ciò che vuole?
E’ giustissima, Gianfranco. Io non capisco
come si possa aver inventato una cosa così orribile. Prima ti dicevo che a
volte sono acida. Ecco, quando si parla di fumo divento acida. Io capisco che
fumare è un vizio e so perfettamente che è difficile smettere, ma il fumatore
ha idea di quanto una sola sigaretta possa nuocere ai polmoni, alle arterie,
alla pelle.
La dichiarazione d’amore più
divertente, più strana che hai avuto?
Io ho avuto solamente due fidanzati. Un
ragazzo una volta ha urlato in mezzo alla piazza: “Diana, sei la dea della
caccia degli uomini”. Sai che Diana, nell’antichità era la dea della
caccia. Che poi non so perché mi ha
detto questo, perché non è che andavo a caccia di uomini. Lui era innamorato
di me e io lo rifiutavo e allora ha fatto questa cosa un po’ plateale.
A chi vorresti dire grazie?
Ai miei genitori e al mio fidanzato.
E a chi vorresti dire scusa?
Forse ai miei nonni materni, perché li ho
persi da poco e magari potevo stare con loro un po’ di più. Potevo dedicare
loro un po’ più del mio tempo.
Facciamo il gioco dei 7 peccati capitali.
Ok?
Va bene.
Superbia?
No, non mi appartiene. E’ inutile.
Avarizia?
Qualche volta serve.
Lussuria?
Divertente.
Ira?
Assolutamente inutile.
Gola?
Semplicemente stupenda.
Invidia?
E’ una cosa sciocca e stupida.
Accidia?
Qualche volta sono accidiosa.
Ok, parliamo ora della tua città. Com’è
il tuo rapporto con Roma?
Ho un bellissimo rapporto. Amo la mia città.
La amo tanto e un po’ forse l’ho tradita un po’ di tempo fa, perché dopo
il liceo sono andata a vivere a Londra, ma poi mi sono accorta di quanto amassi
la mia famiglia, la mia casa e la mia città. Allora sono tornata a vivere a
casa e ci starò per tutta la vita. Noi romani non sappiamo la fortuna che
abbiamo di vivere nella più bella città del mondo. Bisogna girare il mondo per
capirlo.
A Londra, cosa ti mancava di Roma?
Soprattutto casa mia. Io sono dell’EUR che
è un zona tranquilla, c’è il laghetto, tanto verde e bellissime passeggiate
intorno. Mi mancava la città, il clima e le persone che conosco.
Ho letto che insieme a tua madre avete
cantato la canzone “Roma è”. Com’è nata l’idea di questo omaggio alla
vostra città’
E colpa o merito di mio padre. Lui voleva che
io e mia madre facessimo una canzone insieme. Io ho il mio ex fidanzato con cui
sto ancora lavorando, che è un produttore musicale, ha uno studio di
registrazione ed è anche autore. Gli ho chiesto . “Francesco, perché non
facciamo una bella canzone per me e mamma? Un duetto?”. Lui ha accettato molto
volentieri e abbiamo scritto questa canzone. Mio padre felicissimo ha voluto
fare anche un video e ha chiamato un suo amico video maker, che sa usare molto
bene il drone con la telecamera. Abbiamo fatto questo video e poi l’abbiamo
pubblicato su you tube come regalo per mio papà, che ci teneva tanto.
I romani come li trovi?
Sono molto simpatici. Hanno sempre la battuta
pronta. Io ho molti amici americani e quando vengono a Roma mi dicono che
trovano le commesse dei negozi, i baristi e i camerieri dei ristoranti un po’
maleducati. Io quando vado in un bar o in ristorante di Roma, tutta questa
maleducazione non la vedo, perché noi siamo tutti “de còre” e rispondiamo
in un certo modo, ogni tanto urliamo pure. Ogni tanto trovi qualche commessa che
nel negozio non ti si fila e al bar ti fanno sospirare per un caffè. Ma non
bisogna fare di tutta un’erba un fascio. I romani c’hanno questa cosa
goliardica, cioè che amano farsi notare, però non so se si può chiamare
maleducazione questo atteggiamento, perché fa parte del nostro carattere, della
nostra cultura.
Cosa ti da più fastidio di Roma?
Le buche, Gianfranco. A Roma ci sono un sacco
di buche tremende. Tanta gente si fa male per via di queste voragini. Per
i parcheggi a pagamento poi a volte non hai i contanti e vai dal tabaccaio per
cambiare e c’è già il vigile che ti fa la multa di 40 euro, mannaggia.
Questa è una cosa che non sopporto. Secondo me alcuni parcheggi dovrebbero
essere gratuiti. Uno che va al lavoro non può pagare tutti i giorni 5 euro di
parcheggio. Purtroppo a Roma i parcheggi sono tutti a pagamento.
Con la cucina romana che rapporto hai?
Come ti dicevo prima io sono vegetariana.
E come fai con la matriciana?
La matriciana purtroppo non la mangio più
perché c’è la pancetta. Non mangio più carne. Una volta ero carnivora e
mangiavo di tutto. Mangio i carciofi, mamma mia che buoni, alla giudia e anche
alla romana. Ci farei il bagno nei
carciofi (risata). Adoro anche la pizza romana, cacchio. E le mozzarelle?
Ammazza, quanto sono buone.
Vivendo a Roma si diventa più ottimisti o
pessimisti?
Ottimisti direi, Gianfranco. Perché Roma è
una città gioiosa, viva, movimentata, tutt’altro che noiosa, divertente, ha
tanto verde, è una città colorata.
Cosa vuol dire per te essere romana?
Vuol dire essere un po’ invidiata da chi
viene da fuori. So che americani e inglesi ci invidiano. Come ti dicevo prima ho
tanti contatti con americani e inglese perché mio padre è archeologo e abbiamo
spesso ospiti stranieri che vengono qui e si appassionano tanto alla città
e ci invidiano tanta la bellezza e la storia di Roma.
Per un’artista Roma cosa rappresenta?
Per un attore credo che il fulcro sia qui, a
Roma. Uno che vuole sfondate nel cinema penso che a Roma abbia più probabilità
di realizzarsi, se ha delle qualità. Come musica invece in Francia sono più
avanti, perché è molto più viva che in Italia.